Raccolta di informazioni necessarie e sufficienti a consentire la
ricostruzione di un'opera architettonica con le tecniche originarie. Nella
realtà, così come risulta dai corsi delle Facoltà di Architettura e Ingegneria,
il rilievo di un'opera architettonica si riduce ad una rappresentazione grafica
della stessa.
In ogni rilievo si distinguono due fasi:
o Fase di campagna: consiste nella
redazione dell’eidotipo, nel rilievo fotografico e nel prelievo delle misure;
o Fase di
restituzione (detta anche “a tavolino”): restituzione dei dati
rilevati, rappresentazione.
La fase di campagna a sua volta si
articola in tre fasi:
1. Guardare
l’architettura, progettare il rilievo
· fotografie e primi schizzi di insieme. Rilievo a vista
(schizzi geometrici e proporzionali);
·
analisi delle parti e degli elementi;
·
progetto di rilievo: cosa rilevare, come rilevare;
·
tempi, strumenti, attrezzatura, verifica
dell’accessibilità;
·
definizione del programma di lavoro.
2. Eidotipo o
schizzo preparatorio (deve contenere informazioni dimensionali dell'oggetto da
rilevare, dette quotature).
· Lo schizzo è un
disegno schematico di un oggetto, che di norma viene eseguito a mano libera.
Nel caso di schizzo architettonico vi sono raffigurati edifici o parti di
edifici.
3. Prelievo delle
misure
· Trilaterazione: tecnica che permette di calcolare
distanze fra punti sfruttando le proprietà dei triangoli. (chiudere o dividere
la figura in un triangolo)
RILIEVI:
o Casa della
regina Carolina
(regio:
8, insula: 3, civico: 14,15)
§ Esplorata in gran parte durante il periodo francese,
deve il suo nome a Carolina Murat, poi cambiato in Casa di Adonide, alla
ripresa degli scavi da parte dei Borbone. Dotata di ambienti al piano superiore
e di un ampio giardino, in fondo al quale un'edicola a forma di tempietto
accoglieva la statua di Diana, era decorata con finissimi affreschi di IV
stile.
§ È stata scavata tra il 1809 ed il 1839 ed ha la
caratteristica di possedere nell'atrio, un muretto, con ai quattro lati dei
pilastri che sostenevano il tetto, al cui centro è posto l'impluvium in marmo:
resti di una scala accertano la presenza di un piano superiore, mentre nel
giardino è posta una vasca in muratura ed un larario a cui si accede tramite
quattro gradini e sostenuto da due colonne.
o Casa del
forno(panificio)
(regio:
6, insula: 3, civico: 3,27,28)
§ Risale al II sec. a.C., ma la ristrutturazione
successiva al terremoto del 62 d.C. trasformò il pianterreno della casa in
ambienti produttivi, mentre la funzione residenziale si trasferì al primo
piano, raggiungibile per la scala a destra dell'ingresso all'atrio: al momento
dell'eruzione (79 d.C.) sembra che i lavori non fossero completati.
Per lungo tempo fu l'unico grande
panificio messo in luce Pompei fra i 35 ora noti. L'hortus (giardino) accolse
gli impianti per la macinazione del grano e per la lavorazione e la cottura del
pane: i bacini per l'acqua, il forno coperto a volta, 4 macine in lava su
basamento in opera incerta; nel vano aperto a destra, su 2 sostegni in pietra,
era la tavola su cui il pane riposava prima dell'infornata, mentre l'ambiente a
sinistra del tablino era la cucina.
Nella stalla, aperta sul giardino e sul
vico di Modesto, era la mangiatoia addossata al muro: qui sembra sia stato
rinvenuto lo scheletro di un mulo con tutti i finimenti.
o Casa del
chirurgo
§ Strumenti chirurgici, in ferro e bronzo, quali
sonde, forcipi ginecologici, cateteri, bisturi danno il nome alla casa, che è
tra le più antiche di Pompei (III sec. a.C.), con blocchi squadrati calcarei in
facciata e muri interni costruiti in 'opera a telaio'.
Di impianto regolare la casa è frutto di
almeno 2 ristrutturazioni successive, cui s'aggiunge un piano superiore nel
quartiere rustico: recenti studi ritengono originario l'impluvium in tufo.
La decorazione superstite s'ammira
soprattutto in un ambiente finestrato, che affaccia sul giardino, con pitture
di 'primo stile' all'esterno (II sec. a.C.) e di 'quarto stile' all'interno
(dopo il 50 d.C.).
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